CARUSO

Qui dove il mare luccica e tira forte il vento
su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento
un uomo abbraccia una ragazza dopo che aveva pianto
poi si schiarisce la voce e ricomincia il canto.
Te voglio bene assaie
ma tanto tanto bene sai
è  una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai.
Vide le luci in mezzo al mare pensò alle notti là in America
ma erano solo le lampare e la bianca scia di un’ elica
senti il dolore nella musica si alzò dal pianoforte
ma quando vide la luna uscire da una nuvola
gli sembrò dolce anche la morte
guardò negli occhi la ragazza quegli occhi verdi come il mare
poi all’improvviso uscì una lacrima e lui credette di affogare.
Te voglio bene assaie
ma tanto tanto bene sai
è  una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai.
Potenza della lirica dove ogni dramma è un falso
che con un po’ di trucco e con la mimica puoi diventare un altro
ma due occhi che ti guardano così vicini e veri
ti fan scordare le parole confondono i pensieri
così diventa tutto piccolo anche le notti là in America
ti volti e vedi la tua vita come la scia di un’elica
ma sì è la vita che finisce ma lui non ci pensò poi tanto
anzi si sentiva già felice e ricominciò il suo canto.
Te voglio bene assaie
ma tanto tanto bene sai 
è una catena ormai
che scioglie il sangue dint’e vene sai

Vivere al contrario…

Potrebbe essere la soluzione………..

La vita dovrebbe essere vissuta al contrario.

Tanto per cominciare si dovrebbe iniziare morendo, e così tricchete  tracchete il trauma è bello che superato.

Quindi ti svegli in un letto di ospedale e apprezzi il fatto che vai  migliorando giorno dopo giorno.

Poi ti dimettono perché stai bene e la prima cosa che fai è andare  in posta a ritirare la tua pensione e te la godi al meglio. Col passare  del tempo le tue forze aumentano, il tuo fisico migliora, le rughe  scompaiono.

Poi inizi a lavorare e il primo giorno ti regalano un orologio d’oro.  Lavori quarant’anni finchè non sei così giovane da sfruttare  adeguatamente il ritiro dalla vita lavorativa.

Quindi vai di festino in festino, bevi, giochi, fai sesso e ti prepari per iniziare a studiare. Poi inizi la scuola, giochi con gli amici,  senza alcun tipo di obblighi e responsabilità, finchè non sei bebè.

Quando sei sufficientemente piccolo, ti infili in un posto che  ormai dovresti conoscere molto bene. Gli ultimi nove mesi te li  passi flottando tranquillo e sereno, in un posto riscaldato con

room service e tanto affetto, senza che nessuno ti rompa i coglioni.

E alla fine abbandoni questo mondo in un orgasmo.

Woody Allen

PERDONALO PERCHE’ NON SA QUELLO CHE FA… E CHE DICE…

 

Il mondo è nelle mani di questo signore!  Mi fate conoscere uno ad uno chi l’ha votato???!!!

 

Alcune tra le sue gaffe più celebri:

Washington 29/06 – "Un giorno il buon Signore si porterà via Castro".

Questa la frase con cui Bush avrebbe affermato la morte di Mandela:"Ho sentito qualcuno dire ‘Dov’è Mandela’? Bene, Mandela è morto perché Saddam Hussein ha ucciso tutte le persone come Mandela".

 

 "Dobbiamo mantenere buoni rapporti con i grechi" (Popolo dell’antica greca…)
(The Economist, 12 giugno 1999)

 "Per far crescere l’economia bisogna abbattere le darriere boganali" 
(Rochester, New York, 7 gennaio 2000)

-"Chi si pone troppo raramente la domanda: i nostri figli sta imparando davvero?" (Penso tutti…)
(Florence, South Carolina, 11 gennaio 2000)

 "Una delle cose favolose dei libri è che a volte ci sono delle immagini bellissime" (Ora capisco tutto…) 
(US News & World Report, 3 gennaio 2000)

"Bé, io penso che se uno sostiene di voler fare una cosa e poi non la fa, allora è quel che si dice una persona degna di fiducia" (Già… cos’era? Una definizione di se stesso?) (Chat sul sito della CNN, 30 agosto 2000)

 "Il modo migliore per concedere un po’ di respiro alle famiglia è permettergli, di tanto in tanto, di tenersi un po’ dei loro soldi" (ma si! Di tanto in tanto…)
(Westminster, California, 13 settembre 2000)

"Voglio che tutti gli americani sappiano che la responsabilità delle decisioni che prendo è mia, e anche loro" (Lo sanno George, lo sanno…)
(Live with Regis, 20 settembre 2000)

"La cosa fantastica dell’America è che tutti dovrebbero votare" (Dovrebbero???)
(Austin, Texas, 8 dicembre 2000)

"Non c’è nulla di più profondo del riconoscere il diritto di Israele a esistere. E’ questo il pensiero più profondo di tutti…Non mi viene in mente nulla di più profondo di questo diritto" (Direi profondo… no?)
(Washington, DC, 13 marzo 2002)

"Se fossimo in una dittatura sarebbe parecchio più facile, sempre che il dittatore fossi io" (Perché? Non è una dittatura?)
(Washington, DC, 18 dicembre 2000)

"Innanzitutto non accetteremmo mai un accordo non ratificato, né tantomeno un accordo che secondo il sottoscritto possa avere senso per il paese" 
(Parlando del Protocollo di Kyoto, The Washington Post, 24 aprile 2001

"Per ogni sparatoria fatale ce ne sono state circa tre di non fatali. E una cosa del genere in America è inammissibile. Semplicemente inammissibile. Cercheremo di rimediare" (In che senso? Che rendiamo fatali anche le altre tre???) 
(Philadelphia, Pennsylvania, 14 maggio 2001)

 

"Siete liberi, e la libertà è una cosa meravigliosa. Ci vorrà tempo per ripristinare il caos dall’ordine…cioé, l’ordine dal caos. Ma ce la faremo" (Si ce la faremo quando te ne andrai fuori dai coglioni…)
(Pax irachena, Washington, DC, 13 aprile 2003)

 

“Ecco Adam Clyner, il più stronzo dei giornalisti del New York Times…", George Bush Jr al suo vice Dick Cheney, durante la campagna elettorale del 2000, prima di una conferenza stampa, ignaro che il microfono fosse acceso.

George Bush Jr, a una domanda sui Talebani, fece scena muta, mostrando di non sapere chi fossero; aiutato dalla giornalista, esclamò: "Oh, credevo che tu parlassi di un complesso rock! I Talebani dell’Afghanistan, certo! Repressivi!".

Non conoscendo il telefilm di successo "Sex and the city" (una serie che va in onda anche in Italia), improvvisa clamorosamente definendolo "un’inchiesta sull’identità erotica e geografica"…

“La soluzione per evitare i danni degli incendi è abbattere gli alberi", George Bush Jr, Earth Summit 2002. (Ma dai??? Ma che scemi? Come mai non ci aveva mai pensato nessuno?)

Parlando di come avesse vissuto personalmente l’11 settembre, George Bush Jr dichiarò: "Ero seduto fuori dall’aula, aspettavo il momento di entrare, quando ho visto un aereo che urtava la torre, naturalmente la televisione era accesa. E poiché sono stato pilota mi sono detto: deve essere un pessimo pilota. Ho detto: deve essere stato un tremendo incidente. Ma mi fecero entrare e non ci ho più pensato…", dicembre 2001.

“Sono stato di recente in giro per l’America Latina, e il solo rimpianto che ho è stato quello che non ho studiato a fondo latino a scuola, così non ho potuto conversare con quei popoli", Dan Quayle, vicepresidente USA ai tempi di George Bush Sr.

"Il Presidente ha mantenuto tutte le promesse che intendeva mantenere", Dan Quayle.

"È tempo per la razza umana di entrare nel sistema solare", Dan Quayle e George Bush Jr; (perché, adesso dove siamo???)

"Non è l’inquinamento che danneggia l’ambiente; sono le impurità nella nostra aria e nella nostra acqua", George Bush Jr; (ahh beh allora è tutta un’altra cosa…)

"Siamo pronti a qualsiasi evento inaspettato che possa o non possa accadere", George Bush Jr, 1997. (E l’altra opzione quale sarebbe?)

"La maggior parte delle nostre importazioni vengono da fuori della nostra nazione", George Bush Jr, 26/09/2000, (mentre scopre l’acqua calda)

"Se non avremo successo rischieremo di fallire" George Bush Jr; (dura la vita, eh?)

"Marte è essenzialmente nella stessa orbita… Marte è piuttosto alla stessa distanza dal Sole, e questo è molto importante. Abbiamo visto foto che rappresentavano canali, pensiamo, e acqua. Se c’è l’acqua vuol dire che c’è ossigeno. Se c’è ossigeno vuol dire che possiamo respirare",( George Bush Jr, 1994, mentre distruggeva secoli di astronomia.)

"Un basso flusso di votanti dimostra che poche persone sono andate a votare" (Dan Quayle, mentre dimostrava che ogni cosa implica sè stessa)

"L’olocausto è stato un periodo osceno nella storia del nostro Paese… la storia di questo secolo… Noi tutti viviamo in questo secolo. Io non ho vissuto in questo secolo", Dan Quayle, durante una conferenza stampa in cui gli avevano chiesto "la sua opinione sull’olocausto".

"Credo che siamo in una tendenza irreversibile verso più libertà e più democrazia, ma questo potrebbe cambiare", George Bush Jr, 1998; (ma non era una "tendenza irreversibile"?)

"Ho preso molte buone decisioni in passato; ho preso molte buone decisioni in futuro", George Bush Jr; (ho paura…)

"Lo dico in spagnolo, una lingua che amo. La festa dell’indipendenza messicana non è il cinque di maggio, come credono tutti, è il deciseis de septiembre… il quindici settembre!", George Bush Jr, 2000; (e infatti ha detto "sedici settembre"…)

George Bush Jr durante un’intervista: "Ho parlato con il mio fratellino Jeb, il governatore del grande Stato del Texas…"; intervistatore: "Florida…"; "Sì, Florida, il governatore del Texas sono io", 2000.

"L’Africa è una nazione che soffre di una orrenda malattia", George Bush Jr al Vertice di Goeteborg, 2001, mentre trasformava il secondo continente più esteso al mondo in una nazione.

"Anche voi avete dei neri?", George Bush Jr al presidente brasiliano Fernando Cardoso, 2002.

"Il mio viaggio in Asia incomincia dal Giappone per una ragione importante: comincia qui perché da un secolo e mezzo America e Giappone hanno formato una delle più grandi e durature alleanze dei tempi moderni; da questa alleanza è sorta un’era di pace nel Pacifico", George Bush Jr a Tokyo, 2002; (si è forse dimenticato delle bombe nucleari e della seconda guerra mondiale?)

"Ho parlato con Vicente Fox, il nuovo presidente del Messico, per avere petrolio da mandare negli Stati Uniti. Così non dipenderemo dal petrolio straniero", George Bush Jr al primo dibattito presidenziale, 2000, mentre evidentemente palesava il proprio intento di colonizzare il Messico…

"So che gli esseri umani e i pesci potranno coesistere in pace", George Bush Jr a Saginaw, 2000); (sicuro che non ci invaderanno?)

"Il gas naturale è emisferico; mi piace chiamarlo emisferico in natura perché è il prodotto che noi possiamo trovare nel vicinato" George Bush Jr, 2000; (interessante…)

"Il sistema dell’istruzione pubblica è uno dei fondamenti della nostra democrazia. Dopotutto, è dove i bambini d’America imparano a essere cittadini responsabili, e imparano le abilità necessarie per trarre vantaggio dalla nostra fantastica società opportunistica", George Bush Jr, 2002, durante una curiosa esibizione di sincerità.

"Avremo gli Americani meglio istruiti del mondo", George Bush, 1997; (anche perché in genere gli Americani in America ci vivono…)

"Voglio che si dica che l’amministrazione Bush è orientata al risultato, perché credo al risultato di focalizzare la propria attenzione ed energia sull’educazione dei bambini alla lettura, perché abbiano un sistema educativo attento ai bambini e ai loro genitori, piuttosto che mirare a un sistema che rifiuta il cambiamento. Ciò farà diventare l’America quello che noi vogliamo che sia, un Paese di gente che sa leggere e che sa sperare", George Bush Jr, 2001, dopo aver copiato il programma elettorale del governo somalo…

"Lo so che vi sono tante ambizioni a Washington, naturale. Ma spero che gli ambiziosi si rendano conto che è più facile riuscire con una riuscita che con un fallimento", George Bush Jr, 2001; (ma dai?! non ci avevo mai pensato…)

"Siamo impegnati a lavorare con ambo le parti per portare il livello del terrore a un livello accettabile da entrambi", George Bush Jr, ottobre 2001, mentre prendeva le parti di Bin Laden.

"Penso che se lei sa cosa crede, questo renderà molto più facile rispondere alla sua domanda. Io non posso rispondere alla sua domanda", George Bush Jr, 2000.

"Dovrei domandare a chi mi ha posto la domanda: non ho avuto la possibilità di domandare a chi mi ha posto la domanda quale domanda hanno posto", George Bush Jr, 2001; (ma chi è che fa le domande?)

 

 

CARO DIARIO…

Caro diario sono felice, oggi è il 26 giugno 1980 e sono stata promossa. EVVIVA!!!!! (ho tredici anni) Mamma e Papà sono molto orgogliosi di me, mi hanno promesso da mesi che il loro regalo per la promozione sarà portarmi con loro in Sicilia. EVVIVA!! Ce l’ho fatta e non vedo l’ora di fare il mio primo viaggio in aereo, anche per i miei genitori è la prima volta. Oggi ho telefonato a mia cugina a Palermo, le ho detto che fra qualche giorno ci vedremo, anche la nonna è contentissima e non vede l’ora, ed anch’io sono impaziente di fare questo viaggio. Caro diario oggi 26 giugno 1980 c’è stato un cambiamento nel programma. La mamma ha detto che siccome non ha trovato posto in aereo, partono solo loro due con la speranza di poter trovare due biglietti, promettendomi un nuovo regalo al ritorno. UFFA!!! Non è giusto! Sono arrabbiatissima! Non voglio un altro regalo. Ho pianto tutto il pomeriggio, ma le mie lacrime sono servite solo a far partire la mamma molto triste. Le sue parole per consolarmi sono state: "tu devi badare alla famiglia perché sei la più giudiziosa". UFFA! Mamma mi ha tradita, non è stata di parola. Non si fanno promesse se poi non si mantengono. Io voglio il regalo promesso. Voglio volare con Mamma e Papà. Oggi 27 sono partiti, nel pomeriggio hanno telefonato per dire che l’aereo partiva in ritardo, volevano parlare con me, ero così arrabbiata che non sono andata al telefono. Caro diario oggi 28 giugno 1980 non crederai a quello che ti dirò ora: la Mamma e il Papà non hanno ancora telefonato per dire che sono arrivati. Qui sono tutti agitati. Non credo a quello che sento, dicono che l’aereo è scomparso!! NO! Non è possibile, non può succedere niente di brutto ai miei genitori. Io sono la piccola di casa. Ma perché a casa nostra c’è sempre il dottore e mi mandano sempre a comprare la camomilla? Perché i miei fratelli e mia sorella piangono sempre? Perché la TV fa vedere sempre quelle immagini nel mare? Sono tutte finte, come dice sempre la Mamma! Se potessi sentirla al telefono la Mamma mi tranquillizzerebbe. Mi sento morire. I miei fratelli sono partiti a cercare Mamma e Papà. Sono due giorni che tengo le dita incrociate, qui sono tutti disperati, ma io no, perché so che Mamma e Papà torneranno molto presto. C’è un via vai di parenti, amici che ci opprimono, piangono. Non sanno che lo fanno inutilmente, perché non è vero niente, Mamma e Papà torneranno da me, perché non lascerrebbero mai la propria piccola qui sola. I miei genitori mi vogliono troppo bene per abbandonarmi. Tornate presto vi prego. Caro diario mi stanno facendo credere a questa realtà, ma io tengo forte le mie dita incrociate, quello che sto passando non te lo so descrivere. Mi riempio di pizzicotti per svegliarmi da questo incubo che non finisce mai. Papà, Mamma dove siete andati a finire? Perché mi lasciate così sola… In famiglia c’è tensione, non so più se chiamarla famiglia, ora non è rimasto niente della mia meravigliosa famiglia. Solo il dolore regna fra noi e fa continuare i nostri giorni. Oh Dio, che sta succedendo a noi tutti? Perché hai voluto questo? Chi ha voluto e permesso tutto questo? Perché delle persone fanno queste cattiverie? Perché devono esistere questi sbagli e far soffrire così la gente? ùCaro diario oggi sono andata nella casa dove ero così felice con i miei genitori, è così vuota, spoglia, lugubre ed ho cominciato a sognare ad occhi aperti. Vedo Mamma e Papà scendere dall’auutobus con delle grandi valige, entrare in casa, salire le scale ed io precipitarmi ad abbracciarli! Oh Signore ti ringrazio!! Non mi stacco più da loro, non mi voglio più svegliare, portatemi via con voi vi prego. Ho pianto tanto, tanto, urlato più forte che potevo, avrei voluto farli scendere da quel maledetto aereo che me li aveva portati via. Sono stanca, nauseata, ho paura che impazzirò o forse pazza lo sono già. Vorrei farla finita. Mamma, Papà perché non mi avete portato via con voi? Io non riesco più a vivere! Caro diario sono strastufa, non ce la faccio più, ora ti saluto, vado a dormire, spero che i miei sogni mi portino via con loro. Anno 1990. Da quel triste momento di dieci anni fa tutti mi hanno sempre detto che ero fortunata ad essere così piccola e che quindi non soffrivo più di tanto, ma non sanno che quando la speranza muore la vita non ha più senso. Quella bambina è cresciuta, ora ha ventitré anni, ed ancora non sa che senso dare a questa sua sofferenza.   www.mclink.it/personal/MC9494/ustica.htm Linda Lachina (da Ustica – La via dell’ombra)
 
Mi sono chiesto più volte con quale post avrei potuto incominciare per raccontare una tragedia che si portò via 81 persone (13 bambini) e che ancora oggi, a distanza di 27 anni rimane una delle vicende più oscure della storia italiana; poi leggendo questo pezzo, tratto da uno dei tanti libri scritti sulla vicenda, ho capito che niente avrebbe potuto descriverci meglio il dolore e le sofferenza di quelle ore se non la testimonianza di una ragazzina che aveva perso tutto. Quella bambina che scrisse quel diario cosi vero e drammaticamente commovente ora ha 39 anni ma ancora non conosce e forse non conoscerà mai i nomi dei responsabili della morte dei suoi genitori. Al caso Ustica la Magistratura ha dedicato una massa tale di risorse che non trova riscontro in nessun altro caso della storia giudiziaria italiana :venti anni di indagini, migliaia di cartelle di atti per oltre due milioni di pagine e quasi trecento udienze processuali hanno consegnato alla storia una verità giudiziaria controversa e criticata. Ma nonostante la magistratura non sia riuscita a distanza di anni a far luce sulla vicenda e a scoprire i colpevoli, ciò che accadde all’ velivolo DC-9 I-TIGI appartenente alla compagnia Itavia non è poi cosi misterioso.
 
Proverò comunque a cercare delle risposte per un delitto che è rimasto senza colpevoli; e come per questo lo farò anche per altre vicende a cui non è mai stata posta la parola "fine". Scavare nella memoria di un popolo che preferisce quasi sempre dimenticare non è affatto facile elo fa chi quei fatti non li ha potuti vedere e vivere da spettatore in quanto non era ancora nato o era solo un bambino per poterseli ricordare. Ma c’è chi quei fatti li ha vissuti, magari leggendo un giornale o davanti alla televisione, chi ha sofferto con i parenti e conoscenti delle vittime, chi si è immedesimato con loro e chi si è chiesto almeno una volta: "E se ci fossi stato io li?"

Sono scheletri di un armadio, il novecento, che inevitabilmente ritorneranno nella vita di chi c’era ma anche di chi non c’era perchè hanno fatto, anzi sconvolto la storia del popolo italiano. Ma è proprio la memoria che rischia di diventare la vera vittima di tutte queste storie dopo anni e anni di orrore, di inconfessabili segreti, di imbrogli e depistaggi, di chi troppo a lungo ha insanguinato l’Italia e ha usato il potere in maniera incontrollata, ha ordito e tramato contro le libertà dei cittadini. Molto probabilmente tra qualche anno la strage di Bologna del 1980 sarà solo "una bomba messa nella sala d’aspetto della stazione", Ustica sarà solo uno dei tanti luoghi dove è precipitato un areo commerciale, L’"Italicus" per chi se lo ricorderà sarà solo il nome di un treno colpito da attentato, mentre col tempo nessuno saprà spiegare cosa fu la p2, chi era Pecorelli o come potevano intrecciarsi le vite di Emanuela Orlandi e di Giovanni Paolo II. Le notizie su queste vicende tendono sempre di piu’ a scomparire dalle pagine dei giornali. E sempre di piu’ si diffonde, come una cappa di piombo, un tacito invito a dire che ormai tutto e’ chiaro, che sappiamo tutto, che non c’e’ piu’ nulla da chiarire perchè se c’è una cosa in cui noi italiani siamo bravi è proprio chiudere tutto in un cassetto della memoria e non aprirlo più se non in anniversari o commemorazioni. E da qui il senso di questa sezione che, come detto in precedenza, ha lo scopo di esaminare in maniera più completa possibile i fatti, farsi un idea di ciò che è veramente successo e infine di non dimenticare. Abbiamo il dovere di ricordare e di trasmettere ciò che sappiamo ai nostri figli e ai nostri nipoti; abbiamo il dovere di rispondere in maniera esaustiva a chi un giornò ci porrà delle domande, a chi vorrà saperne di più e non dovrà ritrovarsi a fare ricerche su ricerche per avere le risposte che desidera. Molte di quelle domande probabilmente non avranno mai una risposta e il perchè di questo noi dovremmo spiegarlo. Ecco perchè da oggi  (anche insieme a voi) io proverò ad aprire quell’armadio, a fare uscire quegli scheletri e a incominciare a darmi qualche risposta.

Dal prossimo post andrò ad esaminare i fatti di quella sera del 27 giugno 1980 e soprattutto di tutto ciò che accadde in seguito alle 20:58, ora dell’ultimo contatto radio. 

OH VOI NON FATELO!!! :-)

Vi lascio qui questo pezzo tratto da Toghe Rotte – la giustizia raccontata da chi la fa” a cura di Bruno Tinti (Chiare Lettere editore)…
 
Giusto per renderci conto di come funziona la giustizia in Italia…
 

Mi hanno chiesto tante volte perché i giornali sono sempre pieni di notizie di scandali vari; perché nessuno di quelli che sembra li abbiano commessi sta mai in prigione; perché, anche dopo che questa gente è stata condannata per qualcuno di questi scandali, poi la ritroviamo coinvolta in scandali successivi; perché perfino i reati più comuni e, sotto certi aspetti, più gravi (rapine, estorsioni, sequestri di persona, traffico di droga, di armi, di bianche e colorate varie, corruzioni, infortuni sul lavoro, perfino omicidi) spesso sono commessi da chi è stato già condannato per altri reati e che però è in giro a fare danni. Insomma mi hanno chiesto tante volte perché la giustizia non funziona.

 Spesso me la sono cavata con questa storiella che, in genere, fa ridere e che mi ha salvato da un discorso che ormai mi dà la nausea. Siccome contiene grandi verità e aiuta a capire le cose, mi pare giusto cominciare da qui; si può intitolare: «Come ammazzare la moglie e vivere felici».

Allora. Per prima cosa si ammazza la moglie. La si ammazza con particolare efferatezza, adoperando sevizie e agendo con crudeltà verso le persone sì da integrare l’aggravante prevista dall’art. 61 n. 4 del codice penale; (dunque la si accoltella più volte dopo averla legata e torturata per giorni e giorni) e lo si fa allo scopo di conseguire l’impunità dal reato di truffa per averla depredata di tutti i suoi averi (art. 61 n. 2 del codice penale).

Subito dopo essersi assicurati che sia morta davvero si corre dai Carabinieri insieme con un avvocato e, in sua presenza, si rendono dichiarazioni spontanee (che quindi saranno utilizzabili processualmente; in assenza dell’avvocato di quel verbale si può fare carta straccia), con le quali li si avvisa che la moglie è morta, che la si è ammazzata personalmente e che il cadavere si trova, con gli strumenti usati per torturarla e l’arma o le armi del delitto, in via tale numero tale al piano tale, interno tale; la porta è stata chiusa per evitare che estranei potessero contaminare il luogo del delitto ma la chiave viene consegnata illico et immediate ai Carabinieri.

I Carabinieri si recano sul luogo del delitto, constatano la rispondenza al vero di quanto denunciato dall’assassino, effettuano prelievi, accertamenti di Polizia scientifica e i necessari sequestri. Non arrestano il marito omicida perché:

1) Non sussistono specifiche e inderogabili esigenze attinenti alle indagini relative ai fatti per i quali si procede, in relazione a situazioni di concreto e attuale pericolo per l’acquisizione o la genuinità della prova, fondate su circostanze di fatto espressamente indicate nel provvedimento (art. 274 del codice di procedura penale comma 1 lett. A). Il marito uxoricida infatti ha avvertito subito i Carabinieri che

hanno raccolto tutte le prove e anche la sua confessione. Sicché è escluso ogni pericolo di inquinamento probatorio.

2) L’imputato non si è dato alla fuga né sussiste concreto pericolo che egli si dia alla fuga (art. 274 del codice di procedura penale comma 1 lett. B). L’uxoricida si è presentato immediatamente ai Carabinieri e questo, per giurisprudenza costante, esclude che dal suo comportamento possa desumersi l’intento di darsi alla fuga. E in effetti, se non si becca qualcuno con il piede sulla scaletta di un aereo diretto in Uruguay e con documenti falsi, non potremo mai dire che egli intende darsi alla fuga perché, se i documenti fossero veri, quello ci direbbe che sta per intraprendere un viaggio di piacere e non si potrebbe provare il contrario.

3) Non si può, per specifiche modalità e circostanze del fatto e per la personalità della persona sottoposta alle indagini, desunta da comportamenti o atti concreti o dai suoi precedenti penali, pensare che sussista il concreto pericolo che questi commetta gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro l’ordine costituzionale ovvero delitti di criminalità organizzata o della stessa specie di quello per cui si procede (art. 274 del codice di procedura penale comma 1 lett. C).

L’immediata confessione e l’essersi messo a disposizione dell’Autorità rendono impossibile ritenere che sussista il concreto pericolo eccetera. E comunque trattasi di incensurato e specchiato lavoratore che nulla permette di ritenere che intenda commettere gravi delitti con uso di armi o di altri mezzi di violenza personale o diretti contro l’ordine costituzionale ovvero delitti di criminalità organizzata.

Quanto ai delitti della stessa specie di quello per cui si procede, il nostro aveva una moglie e ormai l’ha ammazzata. Iniziata l’indagine penale, il PM non chiederà misure cautelari e comunque il Giudice non le concederebbe per tutti i motivi sopra spiegati. L’indagine è brevissima, proprio perché le prove sono state tutte acquisite; basta sentire i testi indicati dall’uxoricida a spiegazione del suo gesto e quelli indicati dai parenti della vittima. Si arriva in breve all’udienza preliminare per il reato di cui agli artt. 575, 576 e 577 del codice penale (omicidio che prevede la pena dell’ergastolo).

Ebbene: l’uxoricida chiede di essere giudicato con il rito abbreviato che, a norma dell’art. 442 del codice di procedura penale comma 2, prevede che la pena, determinata tenendo conto di tutte le circostanze, sia diminuita di un terzo. Le circostanze aggravanti sono quelle di cui all’art. 61 n. 4 del codice penale (sono state adoperate sevizie) e 61 n. 2 (si è agito per assicurarsi il profitto della truffa).

La pena prevista è l’ergastolo. Solo che: l’uxoricida dimostra di avere ammazzato la moglie, e tanto crudamente, perché lei lo tradiva con il suo migliore amico, che, in quanto migliore amico, sarà ben lieto di confessare, a pagamento, una circostanza che non gli porta nessun nocumento – anzi, la moglie morta era giovane e bella e sarà invidiato da tutti – e che nessuno potrà smentire; sicché al nostro assassino tocca l’attenuante di cui all’art. 62 n. 2 del codice penale, aver agito in stato d’ira determinato da un fatto ingiusto altrui, avendo fortunosamente appreso dell’illecita e odiosa relazione della fedifraga. Inoltre l’uxoricida farà offerta reale di una congrua somma di denaro ai parenti della moglie, a risarcimento del danno morale e materiale cagionato – la donna era solita sovvenirli con periodiche donazioni –, sicché gli tocca anche l’attenuante di cui all’art. 62 n. 6 del codice penale (risarcimento del danno).

Infine egli potrà godere delle attenuanti previste dall’art. 62 bis del codice penale che nessuno sa perché si concedono ma si concedono sempre; infatti si chiamano attenuanti generiche e vengono concesse perché si è tanto giovani, perché si è tanto vecchi, perché si è condotta una vita specchiata e meritevole, perché si è condotta una vita vergognosa ma la colpa non è tua, è del sistema, della scuola, della famiglia che tutti insieme hanno abusato di te, perché si è confessato, unica cosa giusta in questo caso, eccetera.

A questo punto il Giudice deve governare, bella parola, l’art. 69 del codice penale secondo cui, in soldoni, si deve stabilire se pesano più le attenuanti o più le aggravanti, o se pesano nella stessa misura, e, nel caso di prevalenza delle une o delle altre, applicare solo gli aumenti o solo le diminuzioni. Manco a dirlo, il caso di soccombenza delle attenuanti non esiste quasi nella giurisprudenza italiana; sicché:

 1) Una volta venute meno le aggravanti, la pena per l’omicidio non è più quella dell’ergastolo ma quella della reclusione da 24 a 30 anni (omicidio del coniuge, art. 577 del codice penale).

2) I giudici non danno il massimo della pena manco se li ammazzi; quindi 24 anni.

3) Meno un terzo per il 61 n. 2, fa 16.

4) Meno un terzo per il 62 n. 6 fa 11,33 periodico.

5) Meno un terzo per il 62 bis fa 7,5.

6) Meno un terzo per il rito abbreviato fa 5.

7) Siccome la moglie la si è ammazzata prima del maggio 2006, 3 anni di reclusione sono abbonati per l’indulto.

8) Per i restanti 2 anni c’è la sospensione condizionale della pena.

9) Abbiamo comunque un anno di buono se le diminuzioni non vengono applicate nel massimo perché fino a 3 anni c’è l’affidamento in prova al servizio sociale.

A questo punto, di solito, tranquillizzo le mogli spiegando che tutto questo non è proprio verissimo perché il nostro saggio legislatore ha previsto l’art. 67 comma 1 n. 2 del codice penale che, nel caso di delitti originariamente puniti con la pena dell’ergastolo, limita le possibili diminuzioni, dovute ad attenuanti varie, fino a una pena minima di anni dieci. In genere molti mi fanno osservare saggiamente che questa è la legge attuale ma appena qualcuno che conta ammazzerà la moglie e sarà beccato questa norma sarà senz’altro abrogata. Io assento malinconicamente e comunque spiego che, se vogliamo restare proprio a termini di legge, in ogni caso si applica la legge Gozzini: per ogni anno di detenzione che sia stato scontato senza demerito – non con merito, buona condotta ecc., tutti concetti desueti, basta non aver fatto casino – si abbuonano tre mesi; sicché dopo cinque anni e qualche cosa si è ammessi alla detenzione domiciliare con ammissione al lavoro esterno, che vuol dire che la galera si sconta a casa quando si è finito di lavorare; più o meno come facciamo tutti noi.

Poi, arrivati a tre anni di pena residua, c’è l’affidamento in prova al servizio sociale. Così, in conclusione, alla fine ammazzare la moglie costa cinque anni di galera mal contati. Forse questa storiella è sufficiente per capire come mai la giustizia italiana funziona proprio poco e comunque male.